Le condizioni igieniche delle abitazioni, soprattutto nelle zone densamente abitate, sono estremamente precarie, non esistendo canalizzazioni (i "pozzi neri” sono costruiti vicino a quelli per l’ acqua ad uso potabile) con esposizione a malattie epidemiche.
Le strade sono in terra battuta e difficilmente percorribili durante la stagione delle piogge.
La situazione di estrema povertà associata alla condizione ambientale favorisce la presenza endemica di malattie come: tubercolosi, malaria, parassitosi intestinali e cutanee, malattie polmonari e dell’apparato gastro-enterico.
La presenza di AIDS è scarsamente documentata a causa della mancanza di dati ufficiali, ma anche per l’impossibilità di eseguire test di screening a tappeto. Tuttavia a causa del discreto afflusso turistico e della promiscuità il rischio può essere davvero concreto.
Il Ministero degli Affari Esteri –Unità di Crisi, cita che il sistema sanitario in tutto il Madagascar non è in genere in grado di sostenere particolari emergenze che prevedono interventi delicati e complessi, per cui in tali casi si rende necessario un trasporto sanitario verso zone adeguatamente attrezzate, come il Sud Africa o l Reunion.
A fronte di tale situazione, la popolazione ha a disposizione poche strutture sanitarie:
- “l’Ospedale Civile” del distretto di Nosy Be, localizzato a Hell Ville, la capitale dell’isola;
Non vi sono servizi igienici e manca l’acqua.
Mancano attrezzature radiologiche.
La degenza, le cure mediche e gli eventuali interventi chirurgici sono a pagamento. . . e quindi la maggior parte della popolazione che ha un reddito mensile (quelli che lavorano stipendiati) di 30-50 euro, non si può permettere nemmeno il lusso di essere curato in questa struttura.
- Ci sono poi piccoli dispensari e ambulatori privati (capanne) dove i medici locali visitano e “operano” i pazienti per una modica cifra.
È in una di queste che lavora l’amico Dott. Hubert (medico consolare) che ha contribuito alla segnalazione dei casi più gravi e ha richiesto il nostro aiuto.
- La clinica privata “San Damiano”, gestita da missionari cappuccini, è una struttura
sicuramente di livello superiore; si trova però ad Ambanja, sulla “Gran Terre” a circa 70 km dal porto, a cui si arriva dopo un’ora di traversata su un traghetto fatiscente e 2 ore d’auto su una strada non asfaltata .
Le distanze, il costo del trasporto e il prezzo delle prestazioni sanitarie, che per quanto contenuto non sempre è sostenibile dalla popolazione priva di reddito in denaro, costituiscono una barriera insormontabile alla prevenzione e alle cure sanitarie.
I privilegiati che riescono a raggiungere poi le strutture di 2° livello, sono tenuti a pagare gli interventi che, nel caso di operazioni chirurgiche, spesso corrispondono a più del reddito annuo della famiglia del paziente che, anche in questo caso, si vede costretta a pesanti indebitamenti (alienazione di fonti di rendita) o alla rinuncia della prestazione.